Per quanto riguarda i Pfas le acque distribuite al consumo vengono analizzate a scopo preventivo in pochissime Regioni italiane. Nelle zone di produzione dei Pfas (in Veneto e in Piemonte) analisi sistematiche delle acque e un piano di sorveglianza sanitaria della popolazione sono in corso da pochissimo tempo. Alcune analisi stanno cominciando a realizzarsi anche in altre regioni, a partire da Lombardia e Toscana. L’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) sta monitorando da anni gli ecosistemi acquatici alla ricerca delle sorgenti di contaminazione, in particolare nella Pianura Padana.
Greenpeace recentemente ha lanciato una campagna di raccolta di campioni di acque per la ricerca di Pfas anche in altre zone del paese. Attualmente la normativa in vigore non prevede il controllo di questi composti nell’acqua potabile. Una direttiva europea recepita con D.L n.18 del 2/02/2023 introduce una soglia, a partire dal 2026, di 100 ng/L (nanogrammi/litro) per una somma di diversi Pfas, dove 1 ng/L significa 1 miliardesimo di grammo per ogni litro di acqua (ovvero una quantità così piccola da far fatica ad immaginarla). Ma essendo riferita alla somma di una ventina di diversi Pfas tra cui il cangerogeno Pfoa, 100 ng/L diventa carta straccia dopo la successiva uscita (aprile 2024) della normativa statunitense che fissa, ad esempio, a soli 4 ng/L il limite del Pfoa. Questo perché nella normativa europea il Pfoa potrebbe impunemente arrivare a 99 ng/L. Per questo alcuni paesi UE hanno scelto di abbassare notevolmente il limite europeo.
Non si può comunque ignorare che nulla viene detto sulle altre migliaia di “nuovi” Pfas.
E sopratutto non si può tacere sulla possibilità che, grazie ai brevetti sui loro prodotti, chi produce Pfas possa riuscire a fare ottimi profitti anche vendendo agli enti preposti al controllo i componenti, a loro volta coperti da brevetto, necessari a fare tali controlli. Ottenendo anche, come ulteriore risultato, di porre un freno ai controlli stessi rendendoli più costosi.