Richiesta di Accesso agli Atti
Se non esistono analisi pubbliche, si può procedere con una richiesta di accesso agli atti, detta FOIA.
1. COS’È UN FOIA E COME SI SCRIVE
Con la normativa FOIA, l’ordinamento italiano riconosce la libertà di accedere alle informazioni in possesso delle pubbliche amministrazioni come diritto fondamentale. I cittadini italiani hanno il diritto di richiedere dati e documenti, così da svolgere un ruolo attivo di controllo sulle attività delle pubbliche amministrazioni. Molti enti pubblici mettono a disposizione dei form online da compilare e spedire per ottenere le informazioni richieste. Per inviare un FOIA è sufficiente una semplice mail personale e non per forza PEC ma si suggerisce di firmare il FOIA e di inviarlo tramite PEC, a cui deve essere allegata copia del proprio documento d’identità. La PEC deve essere inviata all’indirizzo dedicato al FOIA (detto anche accesso civico generalizzato). Il primo passo quindi è trovare l’indirizzo a cui scrivere. Si possono inviare richieste di accesso agli atti al gestore dell’acqua (azienda di solito partecipata) e alla ASL di competenza. Entrambi questi enti dovrebbero avere nei loro siti internet pagine o moduli dedicati alle “richieste di accesso civico” o “richieste di accesso agli atti”, nelle pagine dei contatti, dedicate all’amministrazione trasparente, o alla modulistica, all’ufficio relazioni con il pubblico o all’ufficio protocollo. Una volta trovato indirizzo e modulo, dobbiamo solo scrivere il testo della richiesta di accesso, ricordandoci i seguenti punti.
- Nella compilazione della domanda dobbiamo essere precisi sul nome del documento e delle informazioni a cui vogliamo accedere. Esempio: “Richiesta di accesso generalizzato ai dati analisi PFAS nelle acque potabili 2023/2024”.
- L’ASL può rifiutare la tua richiesta per motivi procedurali: ricordati di firmarla, allegare la carta d’identità e inviarla via PEC (laddove presente).
- Alcune ASL predispongono un modulo da compilare per l’accesso ai documenti amministrativi.
- Nel caso di diniego totale o parziale dell’accesso, o di mancata risposta entro 30 giorni, è possibile (e gratuito) presentare istanza di riesame presso il Responsabile della Trasparenza che dovrà esprimersi sulla tua richiesta entro 20 giorni. La procedura per trovare il nome di riferimento è “amministrazione trasparente”, sottovoce “altri contenuti”, sottovoce Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza.
Se anche il Responsabile della Trasparenza rifiuta l’accesso, è possibile fare ricorso al TAR ai sensi dell’art. 116 c.p.a; tuttavia, questo ricorso non è gratuito, come è a pagamento l’ultimo grado di giudizio presso il Consiglio di Stato.
Fonte: https://www.greenpeace.org/static/planet4-italy-stateless/2025/01/451bca4c-guida_pfas_def_webpdf.pdf